Secondo il rapporto del NewClimate Institute, in collaborazione con Germanwatch e CAN, il nostro Paese rimane in forte ritardo sulle performance climatiche, sia nei confronti degli altri Stati UE che a livello globale.
Il rapporto, realizzato per l'Italia in partnership con Legambiente e presentato oggi alla Cop29 di Baku, è il risultato di un'analisi che ha preso come parametri di riferimento gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e gli impegni assunti entro il 2030: l'Italia si piazza al 43esimo posto, solo una posizione in più rispetto al 2023.
Secondo Legambiente, il cattivo risultato è frutto principalmente di una politica climatica decisamente poco ambiziosa che non sta frenando le emissioni e non ha una visione a lungo termine nella lotta ai cambiamenti climatici.
In ogni caso, il trend globale risulta assolutamente insufficiente a fronteggiare la crisi climatica, e lo dimostra il fatto che anche nel 2024 nessun Paese occuperà le prime 3 posizioni, complice l'utilizzo di combustibili fossili, soprattutto gas, a cui nessuno sembra realmente voler rinunciare.
I Paesi UE più virtuosi sono la Danimarca, l'Olanda e il Regno Unito, mentre in fondo alla classifica rimangono (ancora) stabili Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, Russia, Arabia Saudita e Iran.
Molto lontani da performance climatiche sostenibili risultano essere anche gli Stati Uniti (secondo emettitore globale, stabile al 57esimo posto) e Cina. Quest'ultima scende, nonostante notevoli investimenti in energie rinnovabili, addirittura di 4 posizioni (55esimo posto) a causa di un massiccio ricorso al carbone che sembra non fermarsi.
Positivi invece i risultati dell'India (10° posto) che, assieme al Regno Unito, sono gli unici Paesi del G20 presenti nella "parte alta" della classifica.
Di questo passo, difficilmente l'obiettivo di contenere entro 1,5° l'aumento medio della temeperarura globale sarà raggiunto.
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