Bruxelles ha dato il via allo studio di fattibilità del gasdotto Eastmed, inserendo la pipeline progettata 10 anni fa nella PCI list (Progetti di Intereese Comune), in deroga al regolamento europeo che esclude investimenti legati a fonti fossili.
Il progetto prevede la realizzazione di un gasdotto di 1900 km, da Israele alla Grecia per poi collegarsi al tratto offshore del gasdotto Poseidon fino all’Italia: una gigantesca struttura fossile che costerà (stima) tra i 5 e i 7 miliardi di euro.
Nonostante la comunità scientifica e gli scenari redatti dall’IPCC indichino come limite massimo il 2025 per il picco delle emissioni, al quale dovrebbe seguire una rapida decarbonizzazione, l’industria fossile e i governi europei investono su un gasdotto con una capacità di trasporto superiore ai 10 miliardi di metri cubi/anno: esattamente l’opposto di quanto una visione del futuro consapevole della situazione attuale dovrebbe avere.
Una visione di futuro energetico sostenibile dovrebbe infatti mettere in campo tutti gli sforzi possibili per investire solamente in tecnologie pulite, amiche di un Ambiente offeso e deturpato, non in mega strutture che oltre a perpetrare l’utilizzo di combustibili fossili hanno in impatto ambientale che non dovrebbe più essere consentito.
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