L’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea per non aver messo a norma, secondo la direttiva del 1999 con scadenza ottobre 2015, le 44 discariche individuate su tutto il territorio nazionale.
La direttiva in questione, in un’ottica di gestione corretta delle discariche, ha come scopo la prevenzione e riduzione dei danni alla salute e all’Ambiente causati dall’interramento di rifiuti non differenziati attraverso una normativa che prevede requisiti tecnici molto severi.
Purtroppo, alla fine del 2017 risultavano ancora fuori norma o impossibilitate ad essere controllate 37 delle 44 discariche esaminate.
Discariche che dovevano essere regolarizzate e, laddove impossibile, chiuse: di qui, l’avvio della procedura d’infrazione contro l’Italia, oggettivamente troppo in ritardo sul fronte della bonifica.
Ma qualcosa sembra muoversi: il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato il completamento della messa a norma di 13 (su 44) discariche oggetto del giudizio UE.
“É stato richiesto - ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Costa - a ciascuna delle Regioni interessate dalla procedura un cronoprogramma dettagliato dei lavori per il completamento della chiusura delle discariche anche obbligando gli enti regionali a portare a termine tempestivamente i procedimenti di bonifica o chiusura.
Per evitare un’ulteriore condanna UE, non escludiamo il ricorso anche a poteri sostitutivi. Dobbiamo fare presto, non solo perché impostoci dall’Europa, ma perché il nostro obiettivo primario è
”.
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