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Particolato PM2,5 da allevamenti intensivi al 16,6% nazionale: è secondo solo al riscaldamento.

L'inquinamento che pervade la Pianura Padana è al centro delle preoccupazioni dei molti cittadini che, allarmati dalle informazioni che i media stanno veicolando in questi giorni, chiedono alle Istituzioni un reale cambio di passo nelle politiche di contrasto alle polveri sottili.


Com'è noto, la Pianura Padana si trova in una posizione geografica caratterizzata da una scarsa ventilazione che, unita all'alta pressione responsabile dell'accumulo di inquinanti, determina una stagnazione e una concentrazione allarmante di PM10 e PM2,5.


Quali sono le "sorgenti" responsabili delle polveri sottili, in particolare del particolato PM2,5?

Sono il riscaldamento civile e industriale, sono il traffico, sono le attività industriali, l'edilizia e l'agricoltura, ma sono anche gli allevamenti intensivi.


Questo aspetto non può più essere ignorato o sottovalutato perché, secondo lo studio realizzato da Greenpeace e ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), gli allevamenti intensivi sono, dopo il riscaldamento, i maggiori responsabili di emissioni inquinanti (in particolare ammoniaca), con una quota del 16,6% sul totale del particolato emesso in atmosfera (qui sotto puoi scaricare il report).


Report-allevamenti-intensivi
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Al primo posto si trova, come detto, il riscaldamento con una quota del 36,9%, mentre il trasporto incide con il 14%, l'industria con il 10%, fino al 4,4% dell'agricoltura.

Riscaldamento e allevamenti intensivi sono quindi responsabili del 54% del particolato fine (PM2,5) nazionale: è del tutto evidente che la lotta agli inquinanti deve concentrarsi soprattutto su questi due settori.



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