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Sempre più pesticidi in frutta e verdura: in 8 anni aumentata fino a 5 volte la contaminazione.

Purtroppo, anziché diminuire, in UE l’utilizzo in agricoltura di pesticidi dannosi per la salute e l’Ambiente è aumentato di oltre il 50%.

I dati contenuti nel rapporto “Forbidden Fruit” della ONG Pesticide Action Network parlano chiaro: tra il 2011 e il 2019 i ricercatori, dopo aver esaminato quasi 100 mila campioni di frutta e verdura prodotti in Europa, hanno riscontrato al loro interno la presenza di almeno 32 sostanze chimiche velenose considerate pericolose secondo i parametri UE.


A livello europeo, in Italia il 21% di frutta e verdura esaminato è risultato contaminato. Ancor più critica la situazione in Francia (22%), Irlanda (26%) e Belgio, dove si arriva ad una percentuale di contaminazione vicina al 35%.


Colpisce veramente l’aumento notevole di presenza di pesticidi nell’arco degli otto anni analizzati.

La tipologia più “colpita” sono i kiwi: se nel 2011 ne erano quasi privi, nel 2019 più del 30% è risultato contaminato da agenti chimici.

Non va meglio con le ciliegie, che dal 22% sono passate a livelli di contaminazione del 50%: in pratica, metà delle ciliegie campionate in Europa contengono sostanze dannose per la salute.


E così via per more, pesche, fragole, sedano, rape fino alla rucola: un risultato determinato sia dalla poca consapevolezza e conoscenza di pratiche sostenibili tra gli agricoltori, sia da una legislazione europea che ammette l’utilizzo di prodotti chimici anche se segnalati come pericolosi dallo stesso Centro Comune per la Ricerca dell’UE.

Insomma, se da una parte se ne sconsiglia la produzione, dall’altra se ne autorizza l’utilizzo: il classico corto circuito burocratico che alla fine danneggia Ambiente e cittadini consumatori.

Per questo, ogni nostra scelta è importante: nell’alimentazione, fai la tua parte!



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