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Tassonomia verde: obiettivi a rischio se entrano in gioco gas e nucleare

Secondo un rapporto approvato dalla PSF, l’atto delegato della Tassonomia Verde proposto dalla Commissione Europea non va nella direzione di produzione sostenibile di energia.

Uno dei punti più controversi riguarda gli incentivi, diretti e indiretti, per la produzione di biogas, per il quale non sono ancora stati valutati gli impatti ambientali.

Ma questo è soltanto uno degli aspetti che hanno spinto il gruppo di esperti istituito dall’UE a chiedere alla Commissione di rivedere radicalmente la bozza di legge.

Il nucleare riceve infatti una bocciatura ancor più netta: giustamente, PSF ricorda che la Tassonomia Verde si basa su una serie di azioni che vanno portate avanti assieme e nel rispetto l’una delle altre.

In altre parole, se è vero che il nucleare non emette CO2, è altrettanto vero che ad oggi presenta una serie di problemi, sia ambientali che socio-politici, ancora irrisolti e che si scontrano inevitabilmente con una visione realmente green dettata da tutte le azioni.


La tassonomia verde individua infatti sei obiettivi ambientali e climatici:

- mitigazione dei cambiamenti climatici

- adattamento ai cambiamenti climatici

- uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine

- transizione verso un’economia circolare

- prevenzione e controllo dell’inquinamento

- protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi


Per essere eco-compatibile, un’attività è tenuta a soddisfare i seguenti criteri:

- contribuire positivamente ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali

- non produrre impatti negativi su nessun altro obiettivo

- essere svolta nel rispetto di garanzie sociali (linee guida OCSE e delle Nazioni Unite ratificate anche dal Governo Italiano).

L’alternativa esiste già da molto tempo: energie rinnovabili pulite, risparmio energetico, economia circolare, rispetto per l’Ambiente che ci ospita.





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